martedì 18 maggio 2010

C'era una volta la Seminologia....

La seminologia come viene intesa oggi, deve essere considerata una disciplina recente così come recente è la presa di coscienza dei numerosi fattori di alterazione del liquido seminale causa di infertilità maschile che negli ultimi decenni è stato possibile indagare con tecniche sempre più innovative. L'Andrologia, disciplina anch'essa molto giovane, sembrerebbe rivendicarne la paternità come sua branca di laboratorio e tuttavia le figure professionali che sempre più spesso utilizzano i suoi mezzi di indagine non sono andrologi ma bensì operatori con formazione culturale laboratoristica come i biologi.
Rispetto al passato, lo studio dei gameti maschili è diventato ormai quasi imprescindibile dalle sue implicazioni con la fertilità maschile o meglio motivo in più per accertare possibili fattori di infertilità di coppia, un tempo psicologicamente ed eticamente inaccettabili e indubbiamente meno efficacemente indagabili.
Nonostante siano stati fatti molti passi avanti per far sembrare la Seminologia una scienza esatta, le interpretazioni delle sue indagini di laboratorio è in alcuni casi tutt'altro che esaustiva e ciò è dimostrato anche dall'indubbio stato di incertezza in cui la comunità scientifica si è travata quando ha cercato di stabilire, negli ultimi decenni, precisi cut-off e intervalli di riferimento sui parametri del liquido seminale per definire, se non uno stato di fertilità certa, una condizione fisiologica di potenziale capacità fertilizzante del seme.
Lontano è il tempo in cui fantasiosi microscopisti intravedevano negli spermatozoi degli "omuncoli" o meglio umani preformati in miniatura ma ciò nonostante dopo più di 300 anni la diagnostica seminale di primo livello, costituita dalla semplice osservazione microscopica del seme costituisce un solido punto da cui partire per accertare lo stato di fertilità maschile.
L'esame del liquido seminale di base  o spermiogramma è una delle procedure analitiche che meno di tutte riescono a garantire ancora oggi una certa attendibilità dei risultati, perchè risulta una delle meno standardizzabili e forse una delle più sottovalutate. La superficialità con cui viene spesso eseguito uno spermiogramma rende questa indagine, in tal modo ottenuta, di scarsa utilità diagnostica e prognostica e anzi addirittura fuorviante. Se è comprensibile il motivo per cui laboratori di analisi clinche generici non possono garantire dei risultati analitici dello spermiogramma confortati dalla forza dell'esperienza paragonabili a quelli di centri specialistici dedicati alla cura dell'infertilità maschile e di coppia, non lo è altrettanto l'improvvisazione sia nell'eseguire tale esame  che nell'interpretare il referto analitico  per mancanza di competenza specialistica. Il ricorso ad indagini più approfondite di 2° e 3° livello denota talvolta più che una padronanza della condizione clinica del paziente, una inadeguata comprensione del quadro seminale ricavabile da una corretta lettura di 2 o 3 esami seminali su campioni ottenuti osservando corrette regole per la produzione e raccolta del campione da parte del paziente.
La richiesta di indagini per l'infertilità maschile e della possibilità di preservare la fertilità nel tempo è aumentata esponenzialmente negli ultimi anni e quindi di conseguenza anche l'esigenza di fornire risposte sempre più valide per essere all'altezza delle aspettative di pazienti infertili o affetti da gravi patologie compromettenti per via diretta o indiretta la fertilità. Ma fino a quando, con l'avanzare di nuove tecniche di bioingenieria, l'interesse sarà ancora incentrato per la parte maschile sulla potenzialità dello spermatozoo e quanto ancora si deciderà di fare sul fronte diagnostico ?
Dedicandomi da molti anni alle indagini sul liquido seminale e alle sue applicazioni in riproduzione assistita, è normale che mi ponga questi interrogativi come penso facciano tutte quelle figure professionali che come me lavorano in centri per la cura dell'infertilità di coppia e con cui spero di condividere opinioni a riguardo.

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